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Tarologia vs Cartomanzia

Tarologia: se non è divinazione… allora cos’è?

(E perché può cambiare profondamente il nostro modo di vedere noi stessi e gli altri)

Siamo sicurə che la Tarologia sia divinazione?

Se la risposta immediata che ti nasce è: “Beh, ovvio che lo è, si usano le carte per sapere il futuro!”, allora questo articolo è per te. Perché no, la Tarologia non è divinazione. Anzi, potremmo dire che non lo è mai stata, almeno non nel senso in cui molti la intendono.

E se ti senti scetticə, benissimo: è proprio lì che comincia il viaggio.

Tarologia ≠ Cartomanzia

Immagina di entrare in una stanza. Due tavoli.

Su uno, una cartomante ti chiede: “Vuoi sapere se ti tradisce?”.
Sull’altro, una tarologa ti guarda negli occhi e ti domanda: “Che cosa temi di vedere, se davvero ti ascolti?”

La cartomanzia cerca risposte. La Tarologia apre domande.
La prima si fonda sull’illusione (spesso consolatoria) di prevedere. La seconda sulla potenza trasformativa di vedere.

E tu… vuoi una risposta che ti blocchi o una visione che ti liberi?

I Tarocchi non “parlano del futuro”. Parlano di te

Jodorowsky è stato chiaro: i Tarocchi non predicono, non indovinano, non leggono un destino già scritto.
Perché il destino, come ci viene spesso raccontato, è una gabbia. E chi si occupa davvero di crescita non costruisce gabbie, ma apre finestre.

Scrive Jodorowsky: “Eliminando la trappola della cosiddetta ‘lettura del futuro’, i Tarocchi sono diventati uno strumento psicologico.”

Corinne Morel aggiunge: “Il loro linguaggio simbolico, come nei sogni freudiani, rivela l’inconscio e permette di trasformare le immagini in consapevolezza.”

Questa è la vera magia: il Tarocco non ti dice cosa ti accadrà, ma ti mostra dove stai andando… se continui così.

Tarologia e Costellazioni: sorelle della stessa verità

Ti sei mai chiestə perché, mentre ascolti una Costellazione Familiare, senti che qualcosa si muove dentro di te? Perché riconosci volti, dinamiche, dolori?

La stessa cosa accade con i Tarocchi. La loro simbologia archetipica si comporta come una “costellazione portatile”: ogni Arcano è una messa in scena interiore, un personaggio del tuo sistema psichico o familiare.

Il Matto può essere tuo padre adolescente, l’Imperatrice tua madre ferita, il Diavolo la tua vergogna ancestrale.

Quando li stendiamo sul tavolo, ciò che accade non è divinazione: è evocazione.

Dalla Tarologia è nata la Psicogenealogia proprio perché le immagini simboliche entrano in risonanza con i vissuti familiari, i ruoli, le lealtà invisibili.

La Tarologia è un’arte dell’adesso

La domanda fondamentale che ogni Tarologia dovrebbe porre è:
“Che cosa posso scegliere, oggi, per dare una direzione diversa alla mia vita?”

Ogni carta è uno specchio: non di ciò che sarà, ma di ciò che può essere – se scegliamo di assumerci la responsabilità del nostro cammino.

È una lettura viva, etica, relazionale. Non servono rituali o consacrazioni. Non c’è magia fuori di te. Se i Tarocchi hanno potere, è perché glielo dai tu, attraverso il significato che scegli di attribuire ai simboli.

In conclusione: cosa scegli oggi?

Scegli di continuare a chiedere “Cosa mi succederà?”
O scegli finalmente di domandarti: “Chi sto diventando?”

La Tarologia non risponde per te. Ma se l’ascolti, può portarti a sentire la tua voce più vera. Quella che forse, da troppo tempo, hai messo a tacere.

E tu, che rapporto hai con i Tarocchi?
Hai mai provato a leggerli come uno strumento di verità, anziché di predizione?

Se ti è piaciuto questo articolo, puoi condividerlo o scrivermi per approfondire il percorso con Tarocchi e Costellazioni.
La tua storia merita di essere vista. E tu, meriti di essere ascoltatə.

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