I Tarocchi non predicono il futuro: sono uno specchio simbolico dell’anima. Nella lettura tarologica ogni Arcano parla attraverso il linguaggio degli archetipi, restituendo senso, visione e possibilità. È un dialogo con l’inconscio, una forma di ascolto attivo che apre varchi dove prima c'erano solo ripetizioni e confusione.
Seguendo l’approccio di Alejandro Jodorowsky, affiancato da Marianne Costa, pratico una Tarologia che non giudica, ma accompagna. Una lettura simbolica, psicogenealogica, a tratti poetica, in cui si intrecciano le domande dell’anima con il bisogno di riconnessione con le radici. In questo spazio si incontrano anche la metagenealogia, la psicomagia e gli insegnamenti di Jung.
Per me i Tarocchi sono come un campo aperto di possibilità. Ogni carta parla a chi è pronto a vedere oltre la superficie, e a lasciarsi toccare da un sapere profondo, personale e al tempo stesso universale. Nelle sedute individuali diventano strumento di rivelazione e centratura: ci ricordano che ogni trasformazione inizia da una presa di coscienza.
“Un uccello cresciuto in gabbia crede che volare sia una malattia.”
– Alejandro Jodorowsky
Serve a disinnescare il rumore. A sentire più in profondità.
I Tarocchi non prevedono: rivelano.
Svelano ciò che ti muove dentro, anche quando non sai dargli un nome.
La carta non mente, ma sa parlare con dolcezza.