Cos’è il trauma, cosa fa al nostro cervello e perché da adulti reagiamo come se fossimo ancora bambini
“Non è colpa tua. Ma da oggi può diventare tua responsabilità.”
Questa frase contiene un punto di svolta. Il trauma non è qualcosa che abbiamo voluto. Ma le sue tracce ci abitano, silenziose, anche quando pensiamo di aver “superato tutto”. E da adulti, ci ritroviamo a reagire come se il tempo non fosse passato. Ma il tempo è passato. Solo che il corpo… non lo sa.
Cos’è davvero un trauma?
Non è l’evento in sé. È la solitudine in cui lo abbiamo vissuto. È ciò che non è potuto accadere dopo: nessuno ci ha consolati, nessuno ci ha spiegato, nessuno ci ha aiutati
a integrare.
E allora la memoria si è “incapsulata” nel corpo: diventando reazione automatica, impulso incontrollabile, o silenzio che non riusciamo a rompere.
E da adulti? Ecco dove riappare.
Ti riconosci in qualcuno di questi esempi?
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🔄 Ti ritrovi a dire sempre “sì”, anche quando volevi dire “no”.
Poi ti senti invasa, usata, svuotata. Ma non riesci a fermarti. Perché dire no, per chi ha imparato a essere amato solo se compiaceva… è una minaccia esistenziale. -
🚪 Ti senti soffocare se qualcuno ti è troppo vicino.
Inizi una relazione con entusiasmo, ma poi ti chiudi, ti senti in trappola. Perché da bambina forse non potevi fuggire, e oggi il corpo ti avverte: “Attenta, ti stanno invadendo”. -
🧊 Hai imparato a non sentire.
Sei la persona forte, razionale, “quella che non ha bisogno”. Ma a volte ti capita di crollare all’improvviso, o di non sapere più chi sei. Perché da piccola piangere non era concesso. E il corpo ha spento l’interruttore delle emozioni per proteggerti. -
🎭 Hai sempre paura di sbagliare.
Quando c’è da parlare in pubblico, fare una scelta, mostrarti… senti una morsa. Come se ogni errore decretasse il tuo fallimento come essere umano. Perché da piccola l’errore forse ti costava amore, sicurezza, valore. -
🌪️ Reagisci in modo sproporzionato.
Ti arrabbi troppo. O ti chiudi completamente. O fuggi appena qualcosa ti destabilizza. Ma non sei esagerata: sei stata attivata. Il corpo ha premuto il pulsante “sopravvivenza”.
Quando impariamo a reagire così? Da piccoli. Ma ci portiamo tutto dietro.
Nel cervello del bambino, ogni esperienza diventa struttura. E il trauma diventa apprendimento. Un “apprendimento a prova singola”, dice qualcuno. Come quando mangi qualcosa che ti fa male e
non riesci più a toccarlo.
Solo che qui l’“intossicazione” è emotiva: il rifiuto, la vergogna, il terrore, l’impotenza. E così il nostro sistema nervoso impara a scappare, chiudersi, compiacere… per sopravvivere.
E continua a farlo anche 30, 40 anni dopo. Anche se oggi, forse, non ce n’è più bisogno.
Come si guarisce? Inizia tutto dal riconoscere
Guarire non è dimenticare. È smettere di reagire col pilota automatico.
È vedere la scena che si ripete – la stessa, in mille forme diverse – e accorgerti che non sei più in pericolo. Che puoi scegliere. Che puoi stare. Dire no. Restare in contatto.
È un processo. A volte ci vuole aiuto. Ma puoi iniziare anche solo notando le tue reazioni e chiedendoti: “Questa emozione… a chi appartiene?”
Il trauma lascia tracce. Ma anche la guarigione.
Io sono Barbara, e se in queste parole hai sentito qualcosa che ti riguarda, sappi che non sei sola.
Questo è il mio lavoro: accompagnare le persone a fare pace con le proprie reazioni, riconoscere da dove vengono, e riscrivere il copione. Un passo alla volta, ma insieme.
📍 Possiamo parlarne in una call gratuita. Oppure puoi iniziare un percorso con me, se senti che è il tuo momento.
Ma soprattutto: ascolta quella parte di te che ha riconosciuto qualcosa. Perché è da lì che si comincia.
💬 Ti è mai capitato di reagire “troppo”, o “niente”? Di sentirti sopraffatta, o distante, o “spenta”?
Se ti va, scrivimelo in privato. È da lì che si può iniziare.
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