Ego al volante

Quando la vita scorre e non te ne accorgi

Autopilota, traumi d'infanzia e memorie di famiglia

La Scena

È lunedì, piove. Simona ascolta il caffè gorgogliare e rivede, nel vetro, la bambina che sognava dinosauri. Dall’altra parte della città, Luca corre ma non sente più l’odore della via.

 

I loro traumi infantili sono invisibili: la separazione dei genitori di Simona, il lutto non elaborato di Luca. E le loro vite, oggi, sono guidate da un pilota automatico.

 

Perché succede questo? L'Ego al volante

Per sopravvivere al dolore, il nostro cervello attiva un meccanismo di difesa potentissimo: l'ego biologico. Il suo unico scopo è risparmiare energia ed evitarci di soffrire di nuovo. Come? Indossando delle maschere protettive che ci tengono lontani dai ricordi dolorosi.

Questo pilota automatico funziona come un anestetico, ma ha un costo altissimo: spegne anche il colore dei giorni, facendoci vivere senza essere davvero presenti.

Le Maschere dell'Autopilota: Due Esempi

  • La maschera della Dipendente (ferita di abbandono): Simona fa, produce, non si ferma mai. La sua agenda è fittissima perché il suo sistema ha imparato una regola: se sei indispensabile, non verrai lasciata come allora.

  • La maschera del Fuggitivo (ferita di rifiuto): Luca corre e conta i chilometri, le calorie, i minuti. La sua vita è una performance costante perché il suo sistema sa che la frenesia è meglio del vuoto incolmabile del lutto.

Come Riprendere il Controllo? Basta Deviare di un Grado

Non serve una rivoluzione. Basta un micro-scarto, una deviazione di un solo grado rispetto alla rotta consueta. Un respiro diverso. Un gesto nuovo.

L’ego protesterà con tutte le sue forze («è inutile», «non serve a niente», «sei ridicolə»). Ma il corpo, che non mente mai, sentirà la novità. E quel piccolo gesto aprirà la porta alla memoria, non più per esserne travolti, ma per poterla finalmente integrare.

Ecco un piccolo, potente esercizio per iniziare a sentire questa deviazione:


Passo di Riconnessione

Prendi tre fogli e scrivici sopra: IO BAMBINO • PILOTA AUTOMATICO • DESIDERIO.

Mettili sul pavimento. Respira, chiudi gli occhi, centrati.

Ora muoviti tra di loro, sentendo cosa accade nel corpo quando sei su ciascun foglio.

Dove ti senti pesante? Dove leggero? Dove si apre il respiro? 

Il gesto parla più di mille pensieri.

Smettere di Correre, Iniziare a Sentire

Per Simona, la deviazione potrebbe essere bere il caffè in silenzio per due minuti, senza agenda. Per Luca, fermarsi a metà corsa per sentire il proprio respiro.

Non sono le grandi azioni a cambiarci. Sono i piccoli atti di presenza che comunicano al nostro sistema nervoso: "Sono qui. Sono al sicuro. Ora guido io".

Mini-bibliografia per approfondire

  • Daniel Kahneman – Pensieri lenti e veloci

  • Charles Duhigg – La dittatura delle abitudini

  • Maxwell Maltz – Psicocibernetica

🌿 Prontə a compiere il tuo primo, piccolo passo per riprendere il volante della tua vita?